E’ in procinto di arrivare in Consiglio regionale il Programma Operativo Straordinario 2019/2021 che dovrebbe essere poi approvato dall’aula consiliare entro il prossimo 30 giugno. Ma quando arriverà? Quale sarà la sua consistenza? Avrà il Consiglio il tempo necessario per poter leggere e studiare un documento di tale importanza? E, in caso estremo di bocciatura, che cosa accadrebbe? Quali sarebbero i passi successivi? Ad oggi nessuna comunicazione è pervenuta, né in forma ufficiale, né per via informale. Cosa andremo a valutare ed eventualmente approvare? Saremo chiamati semplicemente a ratificare un provvedimento che prevede un solo DEA di 1° livello a Campobasso e due centri di minore importanza a Isernia e Tremoli?
Nonostante i ripetuti appelli per ottenere una deroga del decreto Balduzzi saremo “costretti” a subire la chiusura del Punto Nascite di Termoli che ne prevede lo smantellamento a causa dell’insufficiente numero di parti? Nel 2017 si superò la fatidica quota 500, nel 2018 invece ci si è fermati a 350 neonati: pochi, stando al Decreto, per mantenere aperta e operativa una struttura. In maniera fredda, distaccata: se non si raggiungono 500 nascite all’anno le strutture vanno chiuse. Ma si è tenuto in considerazione il progressivo calo degli indici demografici del Paese e si è considerata l’evidenza di situazioni territoriali caratterizzate da particolare disagio orografico? A quanto pare no, nonostante un confronto tuttora aperto con il Ministero e la Conferenza Stato/Regioni e nonostante la straordinaria abnegazione che il personale medico e infermieristico sta dimostrando in questo difficile momento. Al reparto di Pediatria del San Timoteo, per esempio, sono rimasti in tre, privati anche del supporto del pediatra esterno che, per oscuri motivi di incompatibilità sollevati dal Ministero, non può proseguire nel suo rapporto di collaborazione.
Al di là dei contenuti del Piano che saranno ovviamente esaminati con la massima attenzione dal Consiglio al momento della discussione in aula,è necessario evidenziare che esiste un problema politico, un problema di rappresentanza politica; non è ammissibile che il Consiglio regionale sia chiamato ad approvare un provvedimento di tale importanza senza poterlo studiare, valutare, senza poterne discutere adeguatamente venendo forzatamente meno, quindi, a quelle che sono le sue prerogative di organo legislativo e propositivo e soprattutto sede di dibattito e di confronto. In questo modo il Consiglio nella sua totalitàverrebbe completamente esautorato dalle sue funzioni.
Resto fermamente convinto, come ho più volte ripetuto, circa l’inopportunità della nomina di un Commissario esterno, così come ribadisco quanto ho scritto di recente sulla necessità di calendarizzare audizioni in Consiglio del Commissario stesso al fine di valutare insieme la situazione nel suo complesso. Quando, infatti, si tratta di temi delicati come la salute dei cittadini è ancora più importante e quasi doveroso fare fronte comune per tutelare al meglio i diritti dei molisani che rappresentiamo. Rivolgo quindi un appello al Presidente della Regione e ai colleghi di maggioranza e opposizione per remare tutti nella stessa direzione, mettendo da parte quanto più possibile, contrapposizioni personali e politiche.