Dopo circa due anni di fermo, dal prossimo primo aprile, ripartiranno le visite medico-legali domiciliari per l’accertamento dell’invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità. L’INPS aveva sospeso le visite domiciliari, esattamente ad inizio aprile del 2020, per contrastare l’emergenza coronavirus, una condizione che ha creato difficoltà immense ai tanti cittadini che in questo lungo periodo di tempo non hanno potuto ricevere la visita. Nell’evoluzione cronologica della tematica, dopo una prima fase di stop assoluto, a giugno del 2020 è ripartita l’attività delle Commissioni istituite presso l’Asrem per le visite di primo accertamento e di revisione dell’invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità. Da quel momento i pazienti sono stati convocati nella struttura adibita per la visita medico-legale. Purtroppo, tanti cittadini, che avevano richiesto la visita domiciliare, non sono riusciti a spostarsi per veder riconosciuti i propri diritti.
Sulla tematica si è espresso il Presidente della IV Commissione Consiliare Gianluca Cefaratti che da tempo sta chiedendo a gran voce di riattivare il servizio a domicilio sia per i primi accertamenti che per la verifica di aggravanti: “Ho sollecitato il direttore generale dell’Asrem Florenzano, a dare priorità assoluta alla tematica delle visite medico legali a domicilio. Dal 1° aprile con la fine dello stato di emergenza – il commento del presidente Cefaratti – bisogna assolutamente riattivare a pieno regime la macchina organizzativa per l’accertamento di invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità. Non solo, dopo un periodo così ampio, servono direttive precise da impartire alle Commissioni operanti in materia, affinché vengano smaltite le pratiche inevase. La visita dovrebbe essere garantita entro 30 giorni dalla presentazione della domanda (ricordiamo che tali domande sono trasmesse in tempo reale alle Commissioni istituite presso l’Asrem) o addirittura 15 giorni in caso di patologia oncologica ai sensi dell’art. 6 della legge n. 80/06 o di patologie di cui al D.M. del 2 agosto 2007. La norma nazionale prevede che qualora sussistano condizioni di non trasportabilità, l’interessato può richiedere visita domiciliare per il tramite del medico che ha inoltrato la domanda, e il Presidente della Commissione competente, entro cinque giorni dall’invio del certificato, deve procedere ad una valutazione della sussistenza o meno delle condizioni di intrasportabilità. La Aziende Sanitarie, successivamente, d’intesa con l’INPS predispongono il calendario delle visite per i successivi 90 giorni. Purtroppo in questi due anni, tante categorie hanno subito gli effetti devastanti della pandemia, ora è tempo di recuperare in tempi celeri e riattivare un servizio a domicilio per cittadini che più di altri, per condizioni di disabilità, hanno bisogno – conclude Cefaratti – dell’eventuale riconoscimento dei diritti garantiti dalla norma”.